La BPCO è una causa comune di disabilità, e mortalità in tutto il mondo e un grave problema di salute globale con enormi costi sanitari diretti e indiretti. Diverse ragioni possono essere avanzate per spiegarlo, ma tra queste si dovrebbe anche considerare la possibilità che gli approcci diagnostici e terapeutici raccomandati per la BPCO siano meno efficaci di quanto potrebbero essere. Il trattamento farmacologico di base della BPCO stabile è stato per lungo tempo basato sulla gravità dell’ostruzione del flusso aereo e solo di recente sui sintomi cronici e sul numero annuale di esacerbazioni. Queste raccomandazioni però non tengono conto della malattia prevalente sottostante che dovrebbe essere riconosciuta e trattata e del suo rischio futuro. La terapia deve essere innanzitutto adattata alla malattia prevalente che porta alla BPCO, indipendentemente dal grado di riduzione del FEV1 e dalla dispnea cronica e solo successivamente, in base alla gravità del disturbo (e all’età del paziente), per stabilire il livello del trattamento al fine di congelare, quando possibile, e non seguire il processo patologico sottostante, correndo dietro di esso. Inoltre, data la rilevanza delle esacerbazioni nella storia naturale della BPCO, si dovrebbero compiere maggiori sforzi per il riconoscimento del loro tipo soprattutto nei frequenti esacerbatori per prevenirle utilizzando le terapie più adeguate.
L’obiettivo del corso è pertanto riconsiderare la broncopneumopatia cronica ostruttiva non come una singola entità generica ma espressione di almeno due entità: la bronchiolite e l’enfisema polmonare nelle loro molteplici espressioni, offendo al discente un percorso di apprendimento per comprendere una patologia complessa e individuare la corretta scelta terapeutica tramite un ragionamento clinico di cui l’algoritmo decisionale è il frutto e non una proposta acritica.
Claudio Tantucci